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Alessandra Miorin

Poetessa

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Chi era Alda Merini, nata il ventuno a primavera

By admin6 febbraio 20170

da Il Post – Il 21 marzo 1931, cioè 85 anni fa, nacque a Milano Alda Merini, una delle più importanti e amate poetesse italiane. Alda Merini morì sempre a Milano, nel 2009, dopo molti tormenti umani e di salute e alterni periodi di gratificazioni del suo lavoro e scomparse dalla scena letteraria. Il suo talento nella poesia fu scoperto quando aveva 15 anni e Merini pubblicò con una certa costanza da allora. Più volte, nel corso della sua vita, fu ricoverata e curata per disturbi di tipo bipolare e dopo uno di questi periodi e a proposito della sua vita in ospedale scrisse uno dei suoi lavori più importanti, La Terra Santa. Quando morì viveva nella sua casa sui Navigli, a Milano, in condizioni economiche precarie nonostante il suo successo e la sua fama di qualche decina di anni prima.

Sono nata il ventuno a primavera

Sulla sua data di nascita nel giorno tradizionale dell’inizio della primavera, Merini scrisse una poesia pubblicata nel 1991, Sono nata il ventuno a primavera.

La vita di Alda Merini

Alda Giuseppina Merini era nata in una famiglia di modeste condizioni economiche: il padre Nemo era dipendente in una società di assicurazioni, mentre la madre Emilia era casalinga. In seguito Merini si descrisse come una bambina sensibile e malinconica, che stava quasi sempre per conto proprio e poco compresa dai genitori, ma con buoni risultati a scuola. Cercò di farsi ammettere al Liceo Manzoni, uno dei più prestigiosi di Milano, ma non riuscì a superare la prova di italiano al test di ammissione.

Fu il critico letterario e poeta Giacinto Spagnoletti a scoprire le capacità poetiche di Alda Merini, facendola esordire a 15 anni con alcuni scritti e a pubblicandola poi nel 1950 nella sua Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949 con “Il gobbo” e “Luce”. Merini iniziò a conoscere alcuni dei più importanti poeti e scrittori dell’epoca, come Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo. Nel 1953 si sposò con Ettore Carniti, che aveva la proprietà di alcune panetterie milanesi. Con l’editore Giovanni Schwarz pubblicò negli anni seguenti varie raccolte di poesie e un suo lavoro in prosa, La pazza della porta accanto per Bompiani. In quel periodo ebbe la prima figlia, Emanuela.

Nel 1962 iniziò un periodo piuttosto complicato e doloroso per Alda Merini: trascorse per quasi dieci anni lunghi periodi di ricovero con fasi di salute e malattia mentale, dovuta probabilmente a un disturbo bipolare. Nei momenti di salute, Merini passava comunque il tempo in famiglia ed ebbe tre altre figlie. Alla fine degli anni Settanta, il racconto degli anni di ospedale prese forma nella raccolta di poesie La Terra Santa, considerata in seguito da molti critici e studiosi come il più importante lavoro letterario di Alda Merini, ma accolto inizialmente con scetticismo dai principali editori che non glielo vollero pubblicare.

Dopo la morte del marito, negli anni Ottanta Alda Merini si trasferì a Taranto dove si sposò con il poeta Michele Perri, ex medico che si prese cura di lei. Tornò a Milano nel 1986, dopo un altro difficile ricovero all’ospedale psichiatrico di Taranto, e riprese a scrivere con maggiore continuità pubblicando, tra gli altri, l’opera in prosa L’altra verità. Diario di una diversa. Tra la fine degli Ottanta e i primi Novanta non era inconsueto trovare Merini a uno dei tavolini del Chimera, un caffè-libreria di Milano poco distante dalla sua casa sui Navigli. In quel periodo la produzione di poesie e scritti fu particolarmente intensa e sfociò nel 1992 con il Premio Librex Montale per la Poesia, uno dei più importanti in Italia.

Alla fine degli anni Novanta, Alda Merini produsse centinaia di “minitesti”, aforismi di vario tipo che miravano alla brevità per trasmettere un suo pensiero e una sensazione. I migliori furono raccolti nel 199 da Rizzoli nel libro Aforismi e magie, con illustrazioni di Alberto Casiraghi, poeta, disegnatore e amico di Merini. In quegli anni, comunque, Merini collaborò con diversi altri piccoli editori per la pubblicazione di altri minitesti. Negli anni seguenti furono pubblicate altre raccolte, come la selezione di Einaudi su scritti del 1996 – 1999, cofanetti con libri e videocassette sulle letture fatte da Merini e nei primi anni dopo il 2000 una serie di libri dedicati alla fase mistica della scrittrice.

Nel 2004 Alda Merini fu nuovamente ricoverata per alcuni problemi di salute, mentre era in condizioni economiche piuttosto precarie. Ricevette una grande quantità di messaggi di solidarietà da scrittori, poeti e da semplici appassionati, con appelli per aiutarla economicamente. Il primo novembre 2009, Alda Merini morì a causa di un tumore osseo. Vicino all’ingresso della sua casa sui Navigli dal 2010 c’è una targa che la ricorda: “Ad Alda Merini, nell’intimità dei misteri del mondo”.

 

La rivoluzione della poesia

By admin25 gennaio 20170

di Massimo Manaretto per La Stampa – La poesia ha bisogno di fessure nella routine del quotidiano per sgorgare. Come quei fiori gialli, che escono dalle crepe dell’asfalto.

L’attenzione è lo strumento della poesia. Ma per essere interessati agli altri, bisogna amarli. È questo legame sentimentale con il contesto la parte più coinvolgente di Paterson. Anche Laura, la sua compagna, è sempre in cerca di ispirazione per creare oggetti, dolci o imparare a suonare la chitarra.

Il film ha una sua circolarità basata sulla ripetizione di gesti quotidiani, come il risveglio di Paterson (sempre abbracciato alla sua Laura), la colazione, la guida del bus, l’uscita col cane e la pausa al bar. Ma questa apparente routine è arricchita da piccoli elementi di discontinuità, i semi da cui nascono poi le poesie del protagonista. Alcune situazioni ricordano quelle dei racconti di Raymond Carver. Jarmusch fa di Paterson una persona che non oppone resistenza alla vita, ma osa la grande rivoluzione della poesia. L’emozione liberata dalla dittatura dell’utilità e dal cinismo della competizione, che dà senso e colore alla normalità. Come un fiore sull’asfalto.

La poesia semplice a Villa Bernasconi. Silloge di Bartolomeo Smaldone

By admin27 gennaio 20150

da Comocity – Il 29 gennaio alle 20.30 è in programma un evento poetico a Villa Bernasconi di Cenobbio: Silloge di Bartolomeo Smaldone, Una serata in cui il poeta Smaldone presenterà il suo volume “poesia semplice”

L’incontro, organizzato dall’Associazione Fusione Nell’Arte, sarà un viaggio poetico totale. Il giovane poeta sarà, infatti, accompagnato dal violinista di Alda Merini Simone Rossetti Bazzaro e dal violoncellista Francesco Saverio Gliozzi. Presenta la serata Alessandra Miorin, presidente dell’associazione.

“Poesia semplice”, l’ultimo libro di poesie di Bartolomeo Smaldone, non è un libro che va a tutti i costi definito, ma un libro che necessita di sensibilità e tatto per essere apprezzato appieno nel suo valore.Il titolo, di suo, è già  d’impatto,  perché coniuga volutamente il mistero complesso evocato proprio dal termine “poesia”,  con la nostra vita reale, umana. Così, Semplice è il nostro cuore quando si nutre  di bellezza  e non è avviluppato da una quotidianità snervante e caotica. Semplice, è il sentimento per chi ci è accanto, senza nevrosi ma in armonia con la natura. E Semplice dovrebbe essere la nostra giornata nel suo scandirsi di ora in ora.

Bartolomeo Smaldone nasce ad Altamura nel 1972. Pubblica la sua prima raccolta di poesie, “Del vento e del rovescio della medaglia”, nel 2003. A questa segue Gente nel 2009, un percorso polisensoriale che si avvale, tra gli altri, della collaborazione del cantautore Max Manfredi, vincitore del Premio Tenco. Riceve riconoscimenti in premi letterari nazionali ed internazionali. Nell’aprile del 2010 fonda il Movimento Culturale “Spiragli”  per liberare Cava Pontrelli ( Matera ) sito archeologico dove sono state rinvenute oltre 30000 impronte di dinosauri.

Giovedì 29 gennaio ore 20,30 Silloge di Bartolomeo Smaldone, villa Bernasconi via Regina, 7 Cernobbio. L’evento è patrocinato dal Comune di Cernobbio

Da Radio G di Gilulianova l’intervista a Bartolomeo Smaldone